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20/05/2023Perché Integrare l'accesso con spid su siti web e portali e-commerce

Integrare lo SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) nel proprio sito web è una soluzione che aumenta la sicurezza e consente di riconoscere gli utenti e abilitarli. L’implementazione garantisce diversi benefici sia che si tratti di privati o aziende.


PRINCIPALI VANTAGGI DELL’INTEGRAZIONE SPID SU UN SITO WEB:

 Accesso semplificato: L'integrazione di SPID permette agli utenti di accedere all’area riservata del sito web velocemente utilizzando le loro credenziali SPID, evitando la necessità di registrarsi e creare un account separato. Ciò semplifica il processo di accesso, riducendo il carico di lavoro e migliorando l'usabilità dell’infrastruttura.
Maggiore sicurezza: SPID è un sistema di identificazione digitale che offre un elevato livello di sicurezza. L'integrazione di SPID in un portale fa sì che si possa autenticare in modo affidabile l'identità degli utenti, riducendo il rischio di frodi o accessi non autorizzati.
Affidabilità e credibilità: L'utilizzo di SPID dimostra che l’azienda  è un'entità affidabile e conforme alle normative italiane in materia di identificazione digitale. Circostanza che  può aumentare la fiducia degli utenti verso il  sito web e l’attività correlata.
Riduzione delle barriere all'ingresso: L'integrazione di SPID semplifica l'accesso degli utenti, specialmente quando il sito offre servizi o contenuti che richiedono l'identificazione sicura. Semplificazione e facilità d’accesso aiutano ad incrementare il numero di utenti che utilizzano il sito.


TIPOLOGIE DI SITI WEB CHE BENEFICIANO DELL’IMPLEMENTAZIONE DELL’ACCESSO CON SPID:

 I siti web che offrono servizi pubblici, come la richiesta di documenti, la presentazione di dichiarazioni fiscali o l'accesso a servizi sanitari, utlities e multiservizi, possono trarre vantaggio dall'integrazione di SPID. Ciò consente agli utenti di accedere ai servizi ed effettuare attività di varia complessità in modo sicuro con credenziali affidabili.
Piattaforme di e-commerce B2B: Sui siti di e-commerce, l'integrazione di SPID può semplificare il processo di registrazione e accesso per le aziende. Gli utenti con partita iva possono utilizzare le loro credenziali SPID per accedere rapidamente e in modo sicuro senza doversi registrare. In questo modo l’utente azienda è si avvantaggia anche del non dover produrre documentazione cartacea attestante l’attribuzione della p.iva e sono agevolate anche le successive attività di fatturazione/emissione documenti.
Siti finanziari: I siti web di banche e assicurazioni, delle società di investimento e delle altre istituzioni finanziarie possono trarre beneficio dall'integrazione di SPID per garantire un'identificazione affidabile degli utenti. Ciò contribuisce a proteggere le informazioni sensibili e a prevenire frodi finanziarie.
Portali di lavoro: Sui siti web di ricerca del lavoro o di pubblicazione di offerte di lavoro, l'integrazione di SPID può semplificare il processo di accesso per i candidati e i datori di lavoro. Gli utenti possono utilizzare le loro credenziali SPID per registrarsi e accedere alle loro informazioni in modo sicuro.
Siti di istruzione: Le piattaforme di apprendimento online, le università o altre istituzioni educative possono beneficiare dell'integrazione di SPID per garantire l'accesso sicuro agli studenti, ai docenti e al personale. Ciò semplifica anche il processo di autenticazione e convalida delle identità degli utenti.


In generale, l'integrazione di SPID può essere utile su qualsiasi sito web che richieda un'identificazione digitale affidabile e sicura degli utenti.
Intempra.com con la sua vasta esperienza nello sviluppo di siti e-commerce B2B e soluzioni digitali specifiche per i settori produzione, distribuzione e vendita, è in grado di supportare le aziende nell'offrire un'esperienza di accesso sicura e conveniente ai propri utenti con il servizio di sviluppo dello spid personalizzando l'implementazione di SPID lato utente.
L'integrazione di SPID sui siti web dei clienti ha facilitato gli utilizzatori, migliorando l'esperienza di navigazione, acquisto e utilizzo dei servizi e garantendo un elevato livello di protezione delle informazioni personali insieme ad un miglioramento della credibilità del sito web.
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09/05/2023Il report "E-commerce in Italia 2023" di Casaleggio Associati

La realtà dell’ecommerce continua a crescere. Secondo lo studio dell’E-commerce in Italia 2023 di Casaleggio Associati si prospetta per il 2023 una crescita in media del 17,6% sul fatturato.
Nel 2022 esercenti e produttori hanno dovuto fare i conti con la realtà senza il booster del lockdown ma con la necessità di superare altre difficoltà: l’e-commerce italiano si trova a fronteggiare l’inflazione con le sue ricadute sui prezzi, l’incertezza provocata dalla crisi energetica, dalla guerra e dall’aumento spropositato dei trasporti asiatici. Dall’altra parte, i settori dell’Elettronica di Consumo, Alimentare, Casa e Arredamento sono riusciti ad aumentare il fatturato di fine anno, nonostante la riduzione delle vendite.

L’ECOMMERCE IN ITALIA

Il superamento della crisi pandemica nel 2022 ha determinato la ripresa della vita offline di circa un milione di persone. Tuttavia i numeri degli acquirenti online continuano a crescere fino a superare i 38 milioni già dallo scorso settembre, che tutt’oggi si collegano a siti e app di Ecommerce al mese, determinando un ampio margine di crescita.
Il valore del fatturato in Italia nel 2022 è stimato in 75,89 miliardi di euro, con una crescita annuale del 18,58%, anche se per la prima volta nella storia dell’Ecommerce la maggior parte della crescita è causata dall’aumento dei prezzi.

ANDAMENTO DELL’ ECOMMERCE: SETTORE PER SETTORE

La pandemia ha avuto un forte impatto sui rapporti di forza tra i diversi settori che sono in continua evoluzione.

  • Tempo Libero si riconferma come settore più importante rappresentando l’esatta metà del fatturato (50,07%), in particolare grazie al gioco online, all’hobbistica e allo sport.
  • Al secondo posto i Centri Commerciali online con il 19%, a fronte del 22% dell’anno scorso.
  • Al terzo posto sale il settore del Turismo che, dopo due anni di fermo, è riuscito a raggiungere una crescita del 47% (dovuta per un terzo all’aumento dei prezzi) con il 13,26% del fatturato complessivo dell’Ecommerce.
  • Contro la crescita degli anni precedenti, il settore Alimentare nel 2022 si ridimensiona raggiungendo una crescita del 5,5% che sconta però un aumento dei prezzi del 9,5 % e quindi una crescita in termini reali negativa.
  • Assicurazioni si mantengono stabili in termini di share (4,11% sul totale) con una crescita annua del 23% grazie ai nuovi servizi di embedded insurance.
  • L’ Elettronica di Consumo cresce del 7% con un 3,3% sul fatturato totale
  • Moda invariata al 2% del totale, continuando a crescere del 15,9% nel 2022, in parte dovuta all’aumento dei prezzi.
  • Le vendite dell’Editoria sono salite a 10% mentre il settore scende all’1,66% di share.
  • Salute e Bellezza / Casa e Arredamento pesano solo l’1% sul fatturato totale. La percentuale di crescita del primo settore è maggiore del 25%, contro il 38% dell’anno precedente, mentre il settore Casa e Arredamento ha avuto una battuta d’arresto con una crescita (8%) sotto il livello di aumento dei prezzi (10%).

Le previsioni future del 2023 si prospettano positive: l’assestamento post pandemico determinerà una crescita per i produttori a discapito dei retailer. Si stima per il 2023 una crescita del 17,26% di fatturato per un sito Ecommerce italiano.
Se da una parte il 40% del fatturato deriva dal proprio sito, dall’altra altri canali contribuiscono al ricavo complessivo, in particolare i Marketplace (28%), Social Media (13%) e App Mobile, divenuta asset fondamentali per gli esercenti più grandi, che oggi rappresenta in media l’8% del fatturato.

MARKETPLACE COME MODELLO DI BUSINESS

Si afferma sempre di più il marketplace come nuovo modello di business: il 65% delle aziende è presente almeno su un marketplace. Un dato in netta crescita rispetto al 49% dell’anno scorso. Nell’ultimo anno c’è stata una razionalizzazione del numero di marketplace in cui le aziende sono presenti, con il 46% delle imprese che dichiara di utilizzare solo due o tre piattaforme. Le aziende che vendono tramite il marketplace (23% in forte aumento rispetto al 9% dello scorso anno) hanno un’incidenza maggiore del 75% sul fatturato.
I marketplace più utilizzati sono: Amazon (34%), eBay (18%), ManoMano (7%) e Privalia (3%) in forte discesa rispetto allo scorso anno, oltre a Facebook (6% rispetto al 12% dello scorso anno), E-price (2%), Zalando (3%), IBS (3%), Alibaba (1%), Aliexpress (1%) ed Etsy (2%). E i nuovi ingressi degli ultimi due anni: Leroy Merlin, Decathlon e Kasanova.

La metrica determinante della qualità e dell’efficacia dell’ecommerce è il tasso di conversione tra visitatori e compratori. In Italia la conversion rate è aumentata fino ad arrivare ad una media generale del 2,1%, con grandi differenze tra i settori ad esempio l’Elettronica di Consumo è pari al 0,7%, mentre il settore farmaceutico raggiunge il 3%.

TREND DELL’ECOMMERCE

Uno degli strumenti che favoriscono la conversione degli utenti è Whatsapp. Inizialmente utilizzato dalle aziende come portale per il customer service, oggi viene impegnato per la gestione delle conversioni dirette con i clienti, soprattutto da quelle aziende con un ciclo di vendita lungo in modo tale da mantenere ingaggiati i prospect fino alla vendita finale. I risultati sono evidenti: circa il 5% del fatturato è generato da questo canale.
Instagram (48%) supera Facebook (37%) come piattaforma più efficace per le vendite online seguito da Whatsapp Business (31%).

Secondo il report Casaleggio Associati anche quest’anno il top player per i pagamenti online è la carta di credito (37%), seguita dai digital wallet (27%).
Per il 2023 si prevede un aumento significativo dell’utilizzo dei borsellini elettronici: a livello globale il portafoglio digitale (usato per il 45% degli acquisti online) ha superato di gran lunga le carte di credito (32%), che rimangono però ancora tra i metodi di pagamento più importanti.

Uno dei fenomeni che sti sta affermando sempre di più anche in Italia è l’Add- on della beneficenza. È emerso che sostenere progetti sociali, come fattore di differenziazione delle vendite, è 13 volte più efficace degli incentivi tradizionali come sconti e consegna gratuita. Dalla ricerca della start-up italiana Cents risulta che gli utenti che interagiscono con l’add-on della beneficienza al check-out o nella pagina del carrello, concludono l’ordine nel 30% dei casi in più di chi non vi interagisce, comportando un miglioramento dei tassi di conclusione dell’ordine.

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28/10/2022Cyber Monday: 3 consigli per il successo delle tue vendite

Previsto per lunedì 28 novembre, il Cyber Monday è un’occasione da non perdere per donare nuovo slancio alle vendite. Dopo il Black Friday, il Lunedì Cibernetico rappresenta un momento assolutamente da sfruttare per aumentare i numeri del proprio business, accrescere la visibilità e la consapevolezza del brand e prepararsi al periodo natalizio. Cosa fare allora per un Cyber Monday d’impatto in termini di branding e fatturato? Eccovi i nostri 3 consigli per trarre vantaggio da questo evento:

PUNTA SUL PRINCIPIO DI SCARSITÀ

Nel marketing, il principio di scarsità aumenta il valore di un prodotto: quanto più un articolo è rato, tanto più è desiderato e desiderabile. Come fare per metterlo in pratica nel tuo business? Semplice: offri promozioni convenienti ma con una durata limitata, crea dei coupon ma con numeri limitati, spingi i tuoi clienti all’acquisto puntando sul senso di urgenza. Il successo è assicurato, provare per credere.

FAI CAMPAGNE DI E-MAIL MARKETING PERSONALIZZATE

Raggiungi il tuo cliente via mail, regalandogli la giusta attenzione. Come fare? Con e-mail personalizzate, lavorando su una segmentazione precisa dei tuoi contatti. Non solo promo destinate direttamente all’utente, grazie ad automazioni e software che rendono quanto più personalizzata la comunicazione, ma anche comunicazioni mirate. Puoi infatti decidere di creare vari target, all’interno della tua clientela già acquisita o del tuo database di contatti, con offerte esclusive, omaggi ad hoc e informazioni specifiche. Coccolare la propria “clientela vip” significa ringraziarla per la fiducia e, soprattutto, fidelizzarla.
Allo stesso tempo, lavorare su un “pubblico freddo”, anche se maggiormente difficile, è un’azione di marketing utile a convertire il semplice curioso o interessato in un vero e proprio cliente.

CREA SET DI PRODOTTI O “GIFT GUIDE”

Una tattica per vendere più prodotti è quella di associare diversi articoli in un set. Significa fornire al cliente un’idea regalo/acquisto completa, magari ad un prezzo conveniente. Si tratta di un’operazione di cross-selling che può portare risultati interessanti.
La cura e l’attenzione per il cliente non passano solo dalla scontistica: l’interesse dell’acquirente deve essere catturato. Spesso chi compra durante il Black Friday e il Cyber Monday si sta, di fatto, preparando ai regali di Natale, acquistandoli con anticipo ad un prezzo favorevole. “Affascinare” il cliente e interagire con lui significa anche dargli consigli, fornirgli idee regalo originali, capaci di rispondere a diversi gusti ed esigenze. Lo strumento perfetto per attirare l’utente è una “guida ai regali”: l’intento è, ovviamente, indirizzare i tuoi clienti sui prodotti che offri. Puoi scegliere di inviare la guida via mail o condividerla sui social per una diffusione maggiore.

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05/08/2022Le tendenze 2022 dell'E-Commerce B2B

In ambito B2B la digitalizzazione è in continuo sviluppo. Con l’emergenza sanitaria le imprese sono giunte alla consapevolezza della necessità di investire nel digitale per assicurare una costante operatività e aumentare la propria competitività, anche se la percentuale delle aziende in Italia, che sta puntando su uno sviluppo digitale in ambito B2B, è ancora bassa. Nel panorama italiano sette imprese su dieci hanno intenzione di investire in questo settore, ma soltanto il 17% ha già investito una quota considerevole del proprio fatturato.
La BigCommerce, piattaforma Open SaaS per marchi B2B e B2C, nel suo “The state of B2B commerce: 2022 Trend Report”, ha presentato le tendenze principali già in moto nel mercato americano dell’e-commerce B2B e in via di sviluppo anche in quello italiano.

  • Investire in un’innovativa piattaforma

La customer experience è un elemento cardine del business e dal quale dipende il successo dell’impresa, per tale ragione è fondamentale offrire la migliore esperienza all’interno dei propri canali. Un’indagine di Wunderman Thompson – agenzia di comunicazione di marketing globale e parte del gruppo WPP – ha rilevato che il 61% degli acquirenti B2B si ritiene insoddisfatto per la scarsa funzionalità che riscontra nei diversi siti dei fornitori. Infatti, numerosi sono gli investimenti delle imprese B2B nelle tecnologie e-commerce come il modello headless che rende indipendente la funzionalità del front- end da quelle delle del back-end dal front-end. È la tecnologia più utilizzata dalle imprese B2B più mature digitalmente e per quelle che possiedono esigenze particolari di personalizzazione, in quanto permette di creare velocemente esperienze customizzate e impiega le API per rendere più rapide e semplici le integrazioni con altre tecnologie.

  • Stimolare i nuovi clienti all’acquisto online

Per quanto strano possa sembrare, non tutti i clienti del mondo B2B sono pronti ad acquistare online, nonostante i numerosi investimenti delle imprese in corso. Infatti, molte sono le aziende che si stanno già adoperando per creare strategie mirate ad incoraggiare i nuovi clienti all’acquisto online e ne consegue che tali imprese dovranno accompagnare la propria base di clienti nel processo di digitalizzazione. Una soluzione per iniziare potrebbe essere quella di trasferire solo una parte dell’inventario online oppure automatizzare parte del processo di quotazione, permettendo così ai team di vendita di concentrarsi sul proprio core business.

  • Impiegare i dati per guidare il processo decisionale

Le imprese B2B stanno utilizzando nei migliori dei modi i propri dati: il 57% utilizza strumenti di business intelligence mentre il 22% si avvale di strumenti web analytics ed infine, il 31% cerca di ricavare dai propri dati più informazioni possibili per prendere decisioni più accurate per la vendita.

  • Offrire aggiornate informazione sui prodotti e sulle consegne

Per garantire una customer experience completa e soddisfacente, è fondamentale fornire quante più informazioni online affidabili e aggiornate. Grazie all’utilizzo di specifici software è possibile gestire il flusso di informazioni sui prodotti, sull’inventario, gli ordini, il sistema di pianificazione delle risorse aziendale e la logistica di terzi.

L’altro campo in cui è indispensabile garantire maggiori informazioni è quello relativo alle spedizioni ed evasioni degli ordini. Dalle indagini del BigCommerce si è evinto che il 22% dei clienti B2B utilizza software di spedizione e adempimento.
In un mondo digitalizzato in cui gli acquisti online si possono ritenere attività quotidiana, gli utenti sono abituati a ricevere informazioni dettagliate di qualità come ad esempio, la data di consegna stimata. Anche nel settore B2B i clienti si aspettano di vedere tali dettagli e la loro ricezione è funzionale non solo per creare un’esperienza di acquisto online simile a quella B2C, ma è importante anche per le aziende e per le previsioni e ricavi, in quanto danno informazioni sulle tempistiche di quando rifornire gli articoli o inviarli ai clienti.

  • Entrare nel social commerce

Il fenomeno del Social Commerce è una vera e propria rivoluzione per il business e le vendite, storicamente dominata dalle aziende B2C, oggi apre le porte al mondo B2B.
Circa il 46% degli acquirenti B2B, secondo Gartner, utilizza i social media per informarsi sulle soluzioni disponibili, il 40% per confrontarle e il 35% per ricevere ulteriori informazioni prima di procedere all'acquisto. Dai dati di BigCommerce risulta, inoltre, che il 38% delle imprese afferma che i social media (come Instagram) rappresentano già un vero e proprio canale di vendita mentre il 38% ritiene che il social commerce sia un fenomeno in forte espansione sul quale puntare.

Appare evidente come il mondo dell’e-commerce B2B stia cambiando, concentrando tutti i suoi sforzi verso un cliente sempre più attento ed esigente. La digitalizzazione non solo migliora e valorizza il rapporto tra azienda B2B e acquirente, ma rappresenta un grande vantaggio per le imprese stesse: è uno strumento in grado di ampliare le relazioni all’interno dell’ecosistema aziendale con l’opportunità di moltiplicare le collaborazioni.

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08/07/20215 strategie di crescita per il tuo e-commerce

Un sito e-commerce di successo non è solo una piattaforma realizzata bene dal punto di vista tecnico e funzionale, ma è uno strumento capace di rispondere a diversi obiettivi e finalità. Per far sì che un sito e-commerce B2B o B2C sia performante, occorre mettere in atto una vera e propria strategia di marketing e pianificazione dei diversi step.


Ma quali sono gli aspetti principali di cui tener conto?
1) Investire nella SEO

Una buona indicizzazione e ottimizzazione delle pagine di un sito web si traduce in una migliore visibilità e capacità di “raggiungere” gli utenti. Tutti i motori di ricerca, Google in primis, favoriscono i siti di cui riescono a leggere con facilità struttura, facendoli salire tra i risultati della serp. La stessa attenzione all’ottimizzazione del sito deve esserci anche per quanto concerne l’aspetto mobile, oggi fondamentale in quanto si tratta dello strumento più utilizzato per le ricerche sul web.
Fare SEO significa partire da una prima fase di analisi delle migliori parole chiave da utilizzare, evitando keyword troppo generiche. Queste parole chiave, andranno utilizzate in modo strategico in alcuni elementi, quali ad esempio tag Title, Meta Description, i tag Heading e nell’Alt Text delle immagini.

2) Puntare ad un sito veloce ed user-friendly

La velocità di un e-commerce è un aspetto imprescindibile, in quanto può condizionare il numero di vendite realizzate. Se il sito è lento e impiega troppo tempo per caricare una pagina, l’utente può scegliere di abbandonare la piattaforma e, conseguentemente, l’acquisto in corso.
Spingere per un aumento delle conversioni vuol dire, quindi, tener conto di molteplici fattori quali, ad esempio, la presenza di immagini ottimizzate, che influiscono sulla velocità e le prestazioni della piattaforma stessa.
Navigabilità prima di tutto: un sito che offre prodotti deve essere intuitivo. All’utente va garantita un’esperienza di navigazione e utilizzo del sito soddisfacente e semplice, organizzando al meglio ogni schermata della piattaforma, ogni scheda prodotto e ogni link presente. Le fasi di vendita e di acquisto online prevedono una serie di passaggi quali la valutazione di un prodotto, delle sue caratteristiche e dell’importo, così come, di fatto, il pagamento stesso. Tutti questi step devono procedere senza alcun intoppo perché il cliente decida di tornare nuovamente a comprare da noi.


3) Definire il pubblico e le buyer personas
Un aspetto essenziale di qualsiasi strategia di marketing è identificare a chi rivolgersi, il proprio mercato di riferimento, che andrà poi targetizzato in precisi segmenti di pubblico. Occorre identificare delle buyer personas, rappresentazioni e archetipi dei clienti ideali, che ci aiuteranno a capire come personalizzare e declinare l’offerta in base ai loro comportamenti, esigenze e desideri.

4) Ottenere recensioni

Rappresentano l’evoluzione dell’antico e sempre utile passaparola: parliamo delle recensioni. Si può recensire un prodotto con il classico sistema delle stellette o per mezzo di un commento sui social, sul blog o addirittura sul magazine autorevoli di settore. A prescindere da quale sia il metodo, una recensione è sempre importante perché racconta agli altri potenziali acquirenti, in maniera veritiera, l’esperienza di chi ha scelto il tuo business. Per stimolare l’utente a lasciare una recensione, possiamo fornirgli la possibilità di esprimere una votazione su più aspetti. Specificare caratteristiche e mettere in risalto dettagli può aiutare un acquirente indeciso a chiarirsi le idee e finalizzare il processo di acquisto.

5) Costruire e sviluppare il blog

Avere un blog aggiornato, interessante e capace di stimolare la curiosità degli utenti è un aspetto assolutamente da considerare per il successo del sito e-commerce. Il blog ti permette di generare traffico, rispondere ad eventuali dubbi dell’utente e costruire una community, fidelizzando sempre più il rapporto con gli internauti.
Contenuti di qualità, documenti, tutorial, guide: favorire il download di risorse è uno strumento di marketing utile per spingere l’utente a lasciare i propri dati e ti offre la possibilità di costruire un interessante database di leads.

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13/05/2021"E-commerce in Italia 2021": le stime di Casaleggio Associati

Il 2020 ha portato alla chiusura di moltissime attività e negozi fisici. D’altro canto abbiamo assistito ad una vera e propria maturazione dell’e-commerce, che è diventato mainstream. I dati del report “E-commerce in Italia 2021 – L’e-commerce si consolida: le grandi manovre” di Casaleggio Associati parlano chiaro: gli utenti che accedono ad Internet, a livello globale, sono 4,6 miliardi, il 7% in più rispetto all’anno precedente, e rappresentano complessivamente il 59% della popolazione del pianeta. Di questi, il 93% (4,3 miliardi) accede alla rete da mobile, l’1% in più dell’anno precedente.

L’Europa è il continente con la più alta penetrazione di Internet, pari all’89,4%, in aumento del 4,5% rispetto all’anno precedente. Le persone che effettuano acquisti sono 480 milioni, contro i 455 dell’anno prima. Le vendite online al dettaglio sono pari a 376 miliardi di euro, 67 miliardi di euro in più dell’anno precedente, oltre le stime previste di 343 miliardi nel 2020.
Il settore Alimentare e Salute è quello che cresce maggiormente in percentuale (29,6%) e raggiunge quota 56 miliardi di euro di fatturato, seguito dal settore Casa e arredamento (20,6%) con 60 miliardi, Moda (19,9%) con 127 miliardi di euro di fatturato, Tempo libero (17,59%) con 76 miliardi, Elettronica di consumo e Media (16.9%) con 91 miliardi.
Il fatturato annuo medio per utente in Europa è di 782 euro24 (+14% YoY).
Per quanto concerne le piattaforme vi è stato un boom dei marketplace. In media il 73% degli utenti ha acquistato tramite marketplace, con picchi sopra il 90% in UK, Spagna, Germania, Polonia e Italia.
Appare evidente, quindi, che il commercio online sta vivendo una fase di crescita, dalla quale non si tornerà indietro ed è proprio per questa ragione che le piccole e medie imprese dovranno integrare, nel proprio modello di business, i canali digitali.

 

L’E-COMMERCE IN ITALIA

 

Nel corso del 2020, oltre 390 mila imprese del commercio non alimentare e dei servizi di mercato hanno abbassato le serrande, contro 85.000 nuove aperture, per un totale di -11,3%42.
In contrapposizione, le imprese che si sono registrate al Registro imprese con codice ATECO 47.91.1 relativo al commercio online (primario o secondario) sono 10.467, contro le 6.968 dell’anno precedente. La crescita è del 50%, mentre si registrava una percentuale del 20% nell’anno precedente. In crescita anche il numero delle PMI che a fine 2020, vendono online con una percentuale del 17,2% (+8,2%).
In Italia la diffusione dell’online tra la popolazione (dai 2 anni in su), nel mese di dicembre 2020 ha raggiunto quota 74,7% (+4,7% rispetto all’anno precedente) con 44,7 milioni di utenti unici mensili e un incremento di 3,2 milioni di utenti.
Gli utenti che accedono da smartphone sono 39,3 milioni (il 90% della popolazione maggiorenne).
La spesa media per e-shopper è pari a 674 euro. Il 67% degli utenti ha acquistato online da siti esteri e praticamente la totalità ha acquistato tramite marketplace: il 94% su Amazon, il 52% su eBay e il 44% su Zalando.
Il Tempo Libero si riconferma come il settore più importante, con il 48% dei ricavi, grazie in particolare al gioco online, all’hobbistica e allo sport. Crescono anche i Centri Commerciali (+36%), le Assicurazioni (+6%), il settore Food (+63%), l’Elettronica (+12%), e la Moda (+12%), mentre è inevitabile il significato calo di Turismo (-58%) e il comparto Spettacoli (-9%). Cali che pesano sul valore del fatturato e-commerce in Italia nel 2020, stimato in 48,25 miliardi di euro, con una decrescita del -1% sul 2019.
Un dato che, però, non rappresenta affatto una sconfitta per l’e-commerce: al contrario, se il 2020 è stato l’anno dell’accelerazione, il 2021 porterà un assestamento, per poi registrare una svolta nel 2022.

 

TREND DELL’E-COMMERCE 2021

 

Le vendite online nel 2020 hanno subito, quindi, una vera e propria rivoluzione che ha portato i brand a confrontarsi con temi come la digitalizzazione dei pagamenti, la gestione dei magazzini e della logistica, lo sviluppo della relazione con il cliente. Non solo, le aziende hanno sentito la necessità di riposizionarsi sul mercato e mettere in atto nuove strategie.
Il 37% delle aziende di e-commerce italiane ha iniziato a sviluppare una strategia omnicanale in concomitanza con la crisi sanitaria. Una scelta di grande importanza, una strada assolutamente da perseguire in quanto permette ai brand di entrare in contatto e relazionarsi con i consumatori attraverso il loro canale preferito.
Ogni canale in più inserito in una strategia di vendita determina un aumento del fatturato per l’azienda: ad esempio un consumatore che utilizza più di 4 canali, aumenta la sua spesa del +9%. Appare, quindi, evidente l’urgenza di conoscere sempre meglio il comportamento d’acquisto del cliente su tutti i canali: strategia su cui le aziende di e-commerce italiane si focalizzeranno nei prossimi due anni.

Le restrizioni dettate dall’emergenza sanitaria hanno portato, inoltre, ad una modifica delle abitudini sociali e dei comportamenti. Più di 180 milioni di persone a livello globale hanno iniziato a utilizzare i social media tra luglio e settembre 2020, pari a una media di quasi 2 milioni di nuovi utenti ogni giorno136. Le piattaforme social hanno ricoperto un ruolo fondamentale per l’intrattenimento, l’informazione ma, soprattutto, per tenersi in contatto con le altre persone. Dal punto di vista del business, la ricerca di Casaleggio Associati ha messo in luce come il 28,2% degli utenti internet al mondo trova nuovi brand grazie all’advertising sui social media e il 24,4 lo fa mediante commenti e raccomandazioni sui canali. A livello mondiale Facebook è il social con più utenti: parliamo di più di 2,7 miliardi di utenti attivi con incremento del +12% degli utenti attivi dal 2020. Le aziende e-commerce italiane continuano a considerare Facebook come il social media più efficace del 2020. Il colosso statunitense registra, però, un calo di nuovi piccoli player, mentre crescono l’interesse e il budget investiti su Instagram. Al tempo stesso il rapporto social media- aziende resta combattuto: se da un lato il livello di soddisfazione aumenta e supera le performance degli anni precedenti, con il 35% delle aziende che hanno trovato le strategie corrette sui social media per incrementare le vendite (+8% rispetto al 2019, +5% rispetto al 2018), dall’altro resta costante la quantità di aziende che prevede di non effettuare investimenti in attività social durante il 2021.

Con l’approvazione del piano cashless nel 2019 e il lockdown, vi è stata, inoltre, un’evoluzione delle modalità di pagamento, al punto che, nel nostro Paese, i pagamenti elettronici sono diventati la modalità di pagamento preferita da 6 persone su 10 (5 su 10 nel 2019). Il 47% degli italiani dichiara che userebbe la carta di credito/debito o il bancomat per pagare qualsiasi importo, contro il 40% del 2019.
La grande novità del 2020 in Italia è rappresentata dalla categoria del pagamento rateizzato che segue il trend globale del buy now/pay later.
Questa modalità di online payment prevede commissioni più alte per le aziende, ma porta al business diversi vantaggi come un aumento del carrello medio, una crescita delle conversioni grazie facilità di utilizzo per il cliente, una maggiore frequenza d’ordine e l’apertura a target di consumatori più giovani che così possono avere accesso all’acquisto, anche per piccole cifre di spesa.


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20/04/2021Schede prodotto e-commerce: come strutturarle e perché sono importanti

Una scheda prodotto ottimizzata ed efficace è un grandissimo punto di forza per un sito e-commerce. Si tratta, infatti, di uno strumento in grado di fare la differenza nel posizionamento sui motori di ricerca e, di conseguenza, nelle conversioni dell’e-commerce.
Se ben strutturata, cattura l’attenzione dell’utente e lo invoglia all’acquisto. Non solo: la scheda prodotto, se curata in tutti i dettagli, fornisce informazioni all’utente e va, quindi, a creare un legame di fiducia con i clienti.

ELEMENTI DI BASE DI UNA SCHEDA PRODOTTO

Una scheda prodotto deve contenere alcuni imprescindibili elementi:

  • il nome del prodotto, che descrive subito cosa si sta offrendo con immediatezza e chiarezza;
  • la descrizione del prodotto, con caratteristiche tecniche, fisiche, modalità di utilizzo e vantaggi offerti dal prodotto. Contiene una vera e propria panoramica del prodotto e fa leva su due aspetti: la funzione puramente informativa (colore, misure, materiali, utilizzo del prodotto che vogliamo vendere) e, al tempo stesso, l’emotività del lettore. La descrizione deve saper parlare al cliente, utilizzando il giusto ToV, semplice, diretto e chiaro, e creare un senso di “necessità”: il cliente deve sentire il bisogno di acquistare il nostro prodotto. Errori assolutamente da non commettere: usare un testo ripreso da altri siti web, perdendo valore in termini di affidabilità e di posizionamento su Google e, allo stesso tempo, scrivere una descrizione scarna e arrangiata, senza rispondere alle domande dei potenziali clienti.
  • le immagini e/o i video del prodotto per mostrare ai clienti il prodotto e invogliare all’acquisto anche i più indecisi;
  • il prezzo del prodotto, con una specifica particolare per eventuali sconti e promozioni in corso.

OTTIMIZZAZIONE SEO DI UNA SCHEDA PRODOTTO

In primis la scheda prodotto e-commerce, perché sia efficace, deve presentare:

  • un titolo contente la parola chiave;
  • una descrizione di minimo 150 parole, tra cui la keyword principale e delle keyword correlate o secondarie;
  • il Tag Title, il titolo che legge il motore di ricerca e che compare nella SERP. Anche questo elemento deve contenere la keyword principale, avere una lunghezza compresa tra i 60/70 caratteri ed essere diverso per ogni scheda prodotto;
  • la Meta Description, che rappresenta la leva di marketing utile a spingere l’utente all’azione. Deve essere persuasiva e accattivante e può essere arricchita da eventuali promozioni o sconti in corso;
  • immagini ottimizzate dal punto di vista SEO: devono includere nell’attributo Alt Text sia il nome prodotto che eventuali parole chiave secondarie e devono essere rinominate utilizzando il nome del prodotto. Altra accortezza, le foto devono avere dimensioni ridotte, senza perdere in qualità. Devono mostrare il prodotto da più angolazioni, con una prospettiva differente e con alcuni dettagli in evidenza;
  • video: aiutano l’utente nella valutazione del prodotto e l’e-commerce a distinguersi dai vari competitors e farsi ricordare;

CALL TO ACTION NELLE SCHEDE PRODOTTO

I pulsanti call-to-action su un sito e-commerce giocano un ruolo fondamentale nel convertire chi si limita a "guardare la vetrina" in un cliente che conclude effettivamente l'acquisto. I pulsanti devono essere semplici, chiari e guidare il visitatore a concludere l'ordine. Senza clic non c'è azione e senza azione non c'è acquisto: le call to action devono, pertanto, devono essere in sintonia con le azioni che ci si aspetta dall'utente (acquista, ordina, registrati etc.) e richiamare la sua attenzione con colori distintivi. Collocate nel punto giusto, devono essere evidenti senza diventare invasive.

COMMENTI E RECENSIONI DEI CLIENTI

I commenti e le recensioni dei clienti soddisfatti sono vere e proprie armi atte a convincere un nuovo potenziale acquirente. Trasparenza e veridicità prima di tutto: se il prodotto venduto è buono le recensioni positive non mancheranno e saranno il fiore all’occhiello dello shop online. Allo stesso è impossibile piacere a tutti: censurare una recensione negativa non è, però, la scelta giusta. Qualche recensione con un punteggio più basso si traduce in lealtà e non necessariamente in una visione negativa. Gli utenti del web esigono correttezza.

FAQ

Comprare dal web significa fidarsi e acquistare senza poter vedere o toccare il prodotto. Abbattere i limiti fisici è possibile fornendo al cliente tutte le risposte utili. Appare, quindi, una strategia vincente analizzare le domande più comuni degli internauti interessati ai prodotti e creare una sezione FAQ dettagliata in ogni scheda prodotto. Offrire tutte le informazioni necessarie significa fugare qualsiasi dubbio e guidare l’internauta all’acquisto.

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04/03/2021Digital 2021: tutti i numeri del report

“𝐃𝐢𝐠𝐢𝐭𝐚𝐥 𝟐𝟎𝟐𝟏 - 𝐆𝐥𝐨𝐛𝐚𝐥 𝐎𝐯𝐞𝐫𝐯𝐢𝐞𝐰 𝐑𝐞𝐩𝐨𝐫𝐭”, il report ad opera di We Are Social e Hootsuite, ha messo in luce le nuove tendenze mondiali del settore digital.

In crescita il trend che concerne l’adozione di Internet e delle piattaforme di social: l’84% della popolazione ogni giorno accede ad Internet e il 68% è attiva sui canali social.
Il 93% degli utenti “consuma” video, ma risultano fortemente graditi anche i contenuti audio: il 61% degli utenti ascolta musica in streaming e il 25% ascolta podcast. L’81% gioca con diverse tipologie di device.

La ricerca di informazioni è la motivazione principale che porta le persone a connettersi: sono quasi due su tre le persone che, interrogate a proposito, tale scopo tra le ragioni principali della navigazione.

Il documento evidenzia, inoltre, un dato tanto interessante, quanto particolare: spendiamo online lo stesso tempo che occupiamo (o dovremmo occupare) dormendo. L’utente medio passa online circa 7 ore al giorno, vale a dire circa il 42% del nostro tempo di veglia se diamo per scontato un riposo di 7-8 ore. Si tratta di un aumento di oltre un quarto d’ora al giorno rispetto alla rilevazione di 12 mesi fa, o 4%, che se mantenuto porterebbe il tempo totale speso da tutti noi online a 1,3 miliardi di anni.

Per quanto concerne l’Italia, sono più di 50 milioni gli utenti Internet su base giornaliera e il 93% di loro accede da mobile. Basti pensare che, come sottolinea il documento, il 97% degli abitanti del nostro Paese possiede uno smartphone, mentre 1 su 4 possiede uno smartwatch o un dispositivo wearable.
In particolare, da mobile, gli italiani utilizzano app di messaggistica (parliamo del 94%), app di intrattenimento e fruizione dei contenuti video (il 76%), shopping (73%) e ascolto di musica (54%).

SOCIAL MEDIA

Sono 6 milioni in più rispetto al 2020, le persone attive sui social, per un totale di 41 milioni. Le persone trascorrono circa 2 ore del loro tempo giornaliero sui social. La piattaforma più utilizzata è YouTube, seguita dal “gruppo Facebook”, che comprende, oltre al celebre social, anche WhatsApp, Instagram e Messenger.
Ad essere connessi tramite i social siamo in 4,2 miliardi.

E-COMMERCE

A livello globale, quasi il 77% degli utenti Internet di età compresa tra 16 e 64 anni ha affermato di acquistare qualcosa online ogni mese.
La sezione dedicata all’e-commerce mostra la crescita esponenziale delle vendite online.

Beauty è la categoria che ha registrato la miglior crescita nel confronto con le altre ottenendo ricavi per oltre 665 miliardi di dollari e sorpassando nella classifica il settore dei viaggi, categoria che, generalmente, registra la quota maggiore ma che, a causa della pandemia da COVID-19, ha subito una fortissima decrescita.
Il settore Food personal care, invece, ha registrato la variazione più positiva con il +41%.


Nello specifico i dati italiani, in un anno delicato e particolare come il 2020, ci mostrano come il numero degli italiani che ha visitato siti e-commerce, raggiungendo la cifra del 94%, sia cresciuto, così come il numero di coloro che hanno effettuato acquisti online (80% e 47% da mobile).

Appare evidente, quindi, che l’abitudine di effettuare acquisti online sia andata ben oltre le restrizioni imposte dal lockdown e si può provare ad ipotizzare un successo per gli e-commerce anche nel 2021.

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01/12/2020Luxury ed e-commerce: una strategia in crescita

Classe, lusso, eleganza e capacità di raggiungere un'audience sempre più grande. È questa la nuova sfida che il settore luxury si trova a dover fronteggiare. L'attuale emergenza sanitaria ha, infatti, cambiato i paradigmi di vendita anche per quei settori che, soprattutto nel periodo delle festività natalizie, hanno sempre visto crescere i propri numeri e le vendite. 

Moda e lusso devono sapersi adattare e chi è stato in grado di farlo ha raggiunto risultati notevoli anche in un anno difficile come quello che sta per terminare. 

Diamo un po' di numeri, solo per fare degli esempi: il gruppo internazionale Kering, nel terzo trimestre del 2020, ha registrato +102 per cento, mentre nei primi nove mesi l'e-commerce ha rappresentato il 12,5% del totale delle vendite del gruppo. 

Le vendite online di Hermès, nota azienda francese di moda, sono cresciute di quasi il 100% nei primi nove mesi dell'anno: un ottimo risultato dettato dalla capacità di saper pensare e strutturare la sua offerta digitale come complementare al suo core business. 

La multinazionale LVMH, proprietaria di oltre settanta marchi divisi in aziende di alta moda come Christian Dior, Bulgari, DKNY, Fendi, Céline, Guerlain, Marc Jacobs, Givenchy, Kenzo, Loro Piana e Louis Vuitton, ha compensato con l'e-commerce le chiusure prolungate dei negozi durante il primo lockdown. 

Cifre importanti, che possiamo replicare, ovviamente contestualizzandole. Ma cosa fare, quindi, per rendere l'e-commerce vincente?

I grandi del luxury, come Guerlain, Givenchy o Cartier, hanno adattato le stesse politiche di presentazione dell'offline store all'online, con la consapevolezza che il sito web è la vetrina con cui presentarsi e farsi notare da tutto il mercato mondiale. 

Proprio come mostrato dai portali di questi grandi colossi, il sito web deve essere chiaro, accattivante e raccontare efficacemente la storia dell'azienda e del prodotto. Bellezza ed eleganza devono venir fuori da questo strumento, che deve saper "catturare" l'utente e guidarlo, anche tecnicamente, a finalizzare l'acquisto. 

Per il settore luxury l'aspetto grafico e di presentazione è molto importante: serve a raccontare tutta l'eleganza e il pregio che c'è dietro il prodotto. Del resto non scegliamo un capo di abbigliamento o un profumo perché ci ammalia e ci piace? 

Emozionare è la leva principale del marketing nel settore luxury: il sito deve, quindi, saper presentare questa emozione al cliente, attraverso le immagini, i video, le parole, gli effetti grafici. Lo storytelling è, in questo settore, fondamentale: non si tratta di mostrare prodotti più o meno costosi, ma di raccontare tutto quello che c'è dietro agli stessi. Le origini dell'oggetto, i suoi valori, le modalità e le tecniche con cui viene creato, per quali motivi è tanto desiderabile: le storie colpiscono, attraggano e stimolano l'internauta all'acquisto. 

D'altro canto i prodotti del settore luxury hanno qualità che li contraddistinguono come ad esempio l'esclusività, la rarità, la ricercatezza, l'iconicità. Il portale deve presentare descrizioni capaci di raccontare in toto il prodotto, puntando a convincere, senza stancare chi ci legge. 

Dal punto di vista tecnico un e-commerce che funziona correttamente è veloce, responsive, chiaro, curato nei dettagli e ricco di informazioni utili (info sui materiali, guida alle taglie, disponibilità prodotti). Ogni sezione di acquisto deve essere cliccabile con tasti visibili: in particolare "aggiungi al carrello" e le quantità del prodotto vanno esplicitate per essere trovate subito dal consumatore. 

Anche l'eventuale assenza del prodotto va comunicata con chiarezza, dando la possibilità all'utente di cliccare su "Avvisa" non appena il prodotto torna disponibile. Non solo: una chiave vincente nel marketing è sempre stata la personalizzazione, aspetto che si fa ancora più rilevante se parliamo di luxury. Nel negozio fisico il consumatore è trattato come un VIP, gli si riservano molte attenzione e accuratezze: questo atteggiamento deve essere completamente trasferito nell'online. Come fare? Oltre ai già citati dettagli su taglia e vestibilità, si possono offrire agli utenti dei suggerimenti di stile personalizzati e prodotti selezionati "solo per te" dopo aver raccolto informazioni, magari tramite un sondaggio, sui gusti del singolo consumatore.

Il concept di base da cui partire nell'ideazione e realizzazione di un sito e-commerce per moda, abbigliamento e lusso è, quindi, che gli strumenti online non sono più concepiti come una spalla accessoria al negozio fisico, ma come un elemento imprescindibile per il brand e le sue vendite. 

 

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04/11/2020Digital Food Strategy: il report sulle aziende alimentari di Casaleggio

Oltre 2 milioni di clienti online nel 2020 per il "Food & Beverage". Sono questi i numeri evidenziati dalla ricerca "Digital Food Strategy - Le aziende dell'alimentare diventano sempre più smart" di Casaleggio Associati.

I dati del primo semestre 2020 hanno sottolineato come la pandemia abbia influito in modo sostanziale sull'evoluzione della presenza online del settore alimentare italiano. Il "Food & Beverage" ha subito un'accelerazione nel futuro: in pochi mesi c'è stato un salto in avanti di almeno 5 anni.

Appare evidente quindi, anche alla luce dell'attuale emergenza sanitaria ancora in corso, l'importanza di creare una relazione diretta con il cliente attraverso la digitalizzazione, la creazione o ottimizzazione dei siti e-commerce e il dialogo per mezzo dei social media e delle mail. 

Per il food il digitale, come affermato dallo stesso Davide Casaleggio, CEO & Partner di Casaleggio Associati, non è più una scelta.  

L'approccio ad un diverso tipo di acquisto si traduce anche in una richiesta di consapevolezza da parte del cliente finale, che vuole conoscere i dettagli di quello che consuma, è sempre più attento e si interessa alla filiera produttiva, cercando di abbattere la distanza fisica con una maggiore conoscenza sotto forma di dati e informazioni. 

La ricerca di Casaleggio Associati ha, inoltre, individuato quattro modelli di business ricorrenti per l'e-commerce che variano in base alla tipologia di prodotto: il prodotto autonomo, singole referenze capaci di soddisfare il bisogno, il paniere proprietario, il paniere in partnership e i prodotti della spesa venduti attraverso la Gdo. Quattro modelli che generano un approccio diverso in termini di relazione digitale con il cliente finale e come attività di marketing.

La ricerca ha riportato che il 30% dispone di uno shop online integrato all'interno del sito proprietario, il 2% ha uno shop sul sito ma per l'acquisto rimanda ad un marketplace o a un sito terzo, mentre il 68% dispone solo di un sito vetrina. È cresciuto notevolmente il peso dei food influencer, che hanno visto un aumento di interazioni del 32% nel periodo compreso tra maggio e agosto 2020. 

Vi invitiamo a guardare il video di presentazione della ricerca, cliccando qui.

Per scaricare il report, invece, basta cliccare qui

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02/11/2020E-commerce B2c 2020: acquisti online per 30,6 miliardi

La pandemia da Covid-19 e il conseguente lockdown hanno portato ad una evidente trasformazione di alcune abitudini di consumo. A fronte della crescita più rilevante di sempre degli acquisti online di prodotto (+5,5 miliardi di euro in 12 mesi), il settore servizi ha dimezzato il suo valore (-47%) a causa della crisi che del settore Turismo e trasporti.

Sono questi i numeri presentati dall'Osservatorio e-commerce B2c, giunto alla ventunesima edizione, durante il convegno promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano e da Netcomm, nel report "E-commerce B2c: la chiave per ripartire".

Come specificato nel report, la dinamica complessiva del mercato globale dell'e-commerce, quest'anno, è condizionata da tantissimi fattori. In primis la chiusura delle frontiere, le limitazioni alla mobilità e il divieto di assembramento hanno colpito pesantemente l'ambito dei servizi, Turismo, Trasporti ed eventi, dall'altro lato la pandemia ha portato ad avvicinarsi all'e-commerce nuove imprese e nuovi consumatori. 

Il customer journey di oggi risente fortemente della situazione in cui viviamo: compra online con molta frequenza (+79%) e il 93% degli utenti preferisce l'home delivery come la modalità di ricezione dei prodotti. 

Una crisi sanitaria che ha portato a molte riflessioni. Va sottolineato che, se da un lato è cresciuto il sentore che il digitale offra moltissimi vantaggi anche in termini di sicurezza, la digitalizzazione delle imprese italiane è ancora lontana dalla media europea. 

Ma quali sono, di fatto, i numeri dell'e-commerce nel 2020? L'informatica ed elettronica di consumo vale online 6,2 miliardi di euro (+20%), l'abbigliamento 3,9 miliardi (+22%) e l'editoria 1,2 miliardi (+18%). Il food&grocery genera 2,7 miliardi di euro (+70% rispetto al 2019) e l'arredamento e home living 2,4 miliardi (+32%). Crescono settori come beauty e pharma, ma anche giochi e ricambi d'auto. In valore assoluto sono tre i comparti che contribuiscono maggiormente alla crescita: dei 5,5 miliardi di euro di incremento totale, 1,1 miliardi sono realizzati dal food&grocery, 1 miliardo dall'informatica ed elettronica di consumo e 700 milioni dall'abbigliamento. Il settore turismo e trasporti, invece, registra un calo del -56% e precipita a un valore di 4,8 miliardi di euro. 

Il report dell'Osservatorio mostra come l'incidenza dell'e-commerce B2c sul totale vendite Retail sia passato dal 6% all'8% (+2 punti percentuali rispetto al 2019). Parliamo di un salto evolutivo che generalmente viene raggiunto in 2 anni. Il dispositivo più utilizzato in ambito B2c è lo smartphone: con un incremento del +22% rispetto al 2019, interessa ben il 51% degli acquisti. 

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29/09/2020E-commerce, il Covid ha accelerato la crescita di 5 anni

Com'è noto il lockdown, con la conseguente chiusura forzata dei negozi fisici, ha portato ad un boom delle vendite online. A fornirci dati precisi lo U.S. Retail Index compilato da Ibm con numeri chiari e precisi. In base a quanto sottolineato dal report, nel primo trimestre del 2020 le vendite dei retail sono calate del 25% e nel secondo trimestre sono crollate del 75%, mentre l'e-commerce è balzato del 26%.

Per l'anno intero, le perdite previste per il retail fisico superano il 60%; sul lato opposto, per l'e-commerce si stima una crescita di quasi il 20%.

Non solo cifre: l'emergenza causata dal Covid-19 ha ridisegnato scenari e necessità. L'abbigliamento ha perso di importanza, anche in vista del cambiamento di abitudini. Più tempo a casa, smartworking e lezioni online hanno portato ad una diminuzione degli acquisti nel campo della moda e del fashion, con un'evidente crescita, invece, di categorie come la spesa di generi alimentari, alcolici e materiali per piccole ristrutturazioni e riparazioni.

Il report di Ibm parla chiaro: l'unica soluzione per i negozi fisici per restare competitivi è spostarsi rapidamente verso strategie di vendita omnichannel, con azioni mirate che portino il cliente dal sito al negozio. Una strategia vincente in tal senso è quella del "compra online e ritira in negozio" ("buy online and pickup in store" o Bopis) e perfezionare i servizi ship-from-store.

Interessante, inoltre, la domanda a cui IBM si propone di rispondere nel report: la crescita della spesa alimentata dalla pandemia è un cambiamento temporaneo? In che misura influisce sulle previsioni a lungo termine? La risposta è che questa pandemia ha spinto il settore in avanti di circa cinque anni. L'allontanamento dai negozi fisici era già in corso, ma la crisi sanitaria ha portato ad un "balzo temporale" in avanti di cinque anni. Restare indietro e non sviluppare il proprio business online è ora un errore da non commettere, se non si vuole compromettere seriamente la propria attività. 

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