"E-commerce in Italia 2021": le stime di Casaleggio Associati

Il 2020 ha portato alla chiusura di moltissime attività e negozi fisici. D’altro canto abbiamo assistito ad una vera e propria maturazione dell’e-commerce, che è diventato mainstream. I dati del report “E-commerce in Italia 2021 – L’e-commerce si consolida: le grandi manovre” di Casaleggio Associati parlano chiaro: gli utenti che accedono ad Internet, a livello globale, sono 4,6 miliardi, il 7% in più rispetto all’anno precedente, e rappresentano complessivamente il 59% della popolazione del pianeta. Di questi, il 93% (4,3 miliardi) accede alla rete da mobile, l’1% in più dell’anno precedente.

L’Europa è il continente con la più alta penetrazione di Internet, pari all’89,4%, in aumento del 4,5% rispetto all’anno precedente. Le persone che effettuano acquisti sono 480 milioni, contro i 455 dell’anno prima. Le vendite online al dettaglio sono pari a 376 miliardi di euro, 67 miliardi di euro in più dell’anno precedente, oltre le stime previste di 343 miliardi nel 2020.
Il settore Alimentare e Salute è quello che cresce maggiormente in percentuale (29,6%) e raggiunge quota 56 miliardi di euro di fatturato, seguito dal settore Casa e arredamento (20,6%) con 60 miliardi, Moda (19,9%) con 127 miliardi di euro di fatturato, Tempo libero (17,59%) con 76 miliardi, Elettronica di consumo e Media (16.9%) con 91 miliardi.
Il fatturato annuo medio per utente in Europa è di 782 euro24 (+14% YoY).
Per quanto concerne le piattaforme vi è stato un boom dei marketplace. In media il 73% degli utenti ha acquistato tramite marketplace, con picchi sopra il 90% in UK, Spagna, Germania, Polonia e Italia.
Appare evidente, quindi, che il commercio online sta vivendo una fase di crescita, dalla quale non si tornerà indietro ed è proprio per questa ragione che le piccole e medie imprese dovranno integrare, nel proprio modello di business, i canali digitali.

 

L’E-COMMERCE IN ITALIA

 

Nel corso del 2020, oltre 390 mila imprese del commercio non alimentare e dei servizi di mercato hanno abbassato le serrande, contro 85.000 nuove aperture, per un totale di -11,3%42.
In contrapposizione, le imprese che si sono registrate al Registro imprese con codice ATECO 47.91.1 relativo al commercio online (primario o secondario) sono 10.467, contro le 6.968 dell’anno precedente. La crescita è del 50%, mentre si registrava una percentuale del 20% nell’anno precedente. In crescita anche il numero delle PMI che a fine 2020, vendono online con una percentuale del 17,2% (+8,2%).
In Italia la diffusione dell’online tra la popolazione (dai 2 anni in su), nel mese di dicembre 2020 ha raggiunto quota 74,7% (+4,7% rispetto all’anno precedente) con 44,7 milioni di utenti unici mensili e un incremento di 3,2 milioni di utenti.
Gli utenti che accedono da smartphone sono 39,3 milioni (il 90% della popolazione maggiorenne).
La spesa media per e-shopper è pari a 674 euro. Il 67% degli utenti ha acquistato online da siti esteri e praticamente la totalità ha acquistato tramite marketplace: il 94% su Amazon, il 52% su eBay e il 44% su Zalando.
Il Tempo Libero si riconferma come il settore più importante, con il 48% dei ricavi, grazie in particolare al gioco online, all’hobbistica e allo sport. Crescono anche i Centri Commerciali (+36%), le Assicurazioni (+6%), il settore Food (+63%), l’Elettronica (+12%), e la Moda (+12%), mentre è inevitabile il significato calo di Turismo (-58%) e il comparto Spettacoli (-9%). Cali che pesano sul valore del fatturato e-commerce in Italia nel 2020, stimato in 48,25 miliardi di euro, con una decrescita del -1% sul 2019.
Un dato che, però, non rappresenta affatto una sconfitta per l’e-commerce: al contrario, se il 2020 è stato l’anno dell’accelerazione, il 2021 porterà un assestamento, per poi registrare una svolta nel 2022.

 

TREND DELL’E-COMMERCE 2021

 

Le vendite online nel 2020 hanno subito, quindi, una vera e propria rivoluzione che ha portato i brand a confrontarsi con temi come la digitalizzazione dei pagamenti, la gestione dei magazzini e della logistica, lo sviluppo della relazione con il cliente. Non solo, le aziende hanno sentito la necessità di riposizionarsi sul mercato e mettere in atto nuove strategie.
Il 37% delle aziende di e-commerce italiane ha iniziato a sviluppare una strategia omnicanale in concomitanza con la crisi sanitaria. Una scelta di grande importanza, una strada assolutamente da perseguire in quanto permette ai brand di entrare in contatto e relazionarsi con i consumatori attraverso il loro canale preferito.
Ogni canale in più inserito in una strategia di vendita determina un aumento del fatturato per l’azienda: ad esempio un consumatore che utilizza più di 4 canali, aumenta la sua spesa del +9%. Appare, quindi, evidente l’urgenza di conoscere sempre meglio il comportamento d’acquisto del cliente su tutti i canali: strategia su cui le aziende di e-commerce italiane si focalizzeranno nei prossimi due anni.

Le restrizioni dettate dall’emergenza sanitaria hanno portato, inoltre, ad una modifica delle abitudini sociali e dei comportamenti. Più di 180 milioni di persone a livello globale hanno iniziato a utilizzare i social media tra luglio e settembre 2020, pari a una media di quasi 2 milioni di nuovi utenti ogni giorno136. Le piattaforme social hanno ricoperto un ruolo fondamentale per l’intrattenimento, l’informazione ma, soprattutto, per tenersi in contatto con le altre persone. Dal punto di vista del business, la ricerca di Casaleggio Associati ha messo in luce come il 28,2% degli utenti internet al mondo trova nuovi brand grazie all’advertising sui social media e il 24,4 lo fa mediante commenti e raccomandazioni sui canali. A livello mondiale Facebook è il social con più utenti: parliamo di più di 2,7 miliardi di utenti attivi con incremento del +12% degli utenti attivi dal 2020. Le aziende e-commerce italiane continuano a considerare Facebook come il social media più efficace del 2020. Il colosso statunitense registra, però, un calo di nuovi piccoli player, mentre crescono l’interesse e il budget investiti su Instagram. Al tempo stesso il rapporto social media- aziende resta combattuto: se da un lato il livello di soddisfazione aumenta e supera le performance degli anni precedenti, con il 35% delle aziende che hanno trovato le strategie corrette sui social media per incrementare le vendite (+8% rispetto al 2019, +5% rispetto al 2018), dall’altro resta costante la quantità di aziende che prevede di non effettuare investimenti in attività social durante il 2021.

Con l’approvazione del piano cashless nel 2019 e il lockdown, vi è stata, inoltre, un’evoluzione delle modalità di pagamento, al punto che, nel nostro Paese, i pagamenti elettronici sono diventati la modalità di pagamento preferita da 6 persone su 10 (5 su 10 nel 2019). Il 47% degli italiani dichiara che userebbe la carta di credito/debito o il bancomat per pagare qualsiasi importo, contro il 40% del 2019.
La grande novità del 2020 in Italia è rappresentata dalla categoria del pagamento rateizzato che segue il trend globale del buy now/pay later.
Questa modalità di online payment prevede commissioni più alte per le aziende, ma porta al business diversi vantaggi come un aumento del carrello medio, una crescita delle conversioni grazie facilità di utilizzo per il cliente, una maggiore frequenza d’ordine e l’apertura a target di consumatori più giovani che così possono avere accesso all’acquisto, anche per piccole cifre di spesa.


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